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| Asilo Nido: una telenovela lunga trent'anniUn’opera mai completata ed abbandonata al proprio destino. Una telenovela lunga oltre trent’anni, roba da guinnes dei primati. Parliamo di un’altra cattedrale nel deserto,una delle tante esistenti a Valguarnera: l’Asilo Nido di contrada Montagna concepito a metà anni ’70, completato dopo una lunga odissea durata quindici anni, ma nonostante ciò, dopo trentadue anni non ha visto mai la luce. Oggi è uno “scheletro” che si erge su una collina come un colosso senza vita e che simboleggia drammaticamente tutta l’inefficienza della pubblica amministrazione. La storia ha una vicenda lunga ed avvilente di grandi ambizioni, di ritardi e varianti, di cavilli burocratici e fallimenti. Inizia il 26 maggio 76’ con la Giunta a guida Giuseppe Giarrizzo che diede via al progetto. Costo iniziale dell’opera: 116 milioni di vecchie lire, finanziata in parte dalla Regione siciliana. Il progetto era fantastico e lungimirante, la città con la nascita delle industrie tessili, cominciava a diventare industriale e c’era l’esigenza da parte delle giovani madri lavoratrici di un luogo dove lasciare i bambini in tenera età. Cosa c’era di meglio e di innovativo di un asilo nido? Idea brillante. La sua odissea inizia purtroppo due anni dopo, nel 78’ sindaco Gallo, allorquando la ditta appaltatrice aggiudicataria dei lavori fallisce, proprio quando aveva realizzato la struttura portante. Tra controversie legali, nuovi progetti e nuove perizie di varianti, passano dieci lunghi anni per essere ripresi. Ad aggiudicarseli sarà una nuova impresa con costi che lievitano sensibilmente. Il 24 dicembre ’87, la giunta guidata da Sebo Leanza riesce ad approvare il progetto di completamento per un importo complessivo di 444 milioni, finanziato per 294 milioni dalla regione. La struttura concepita nel 76’ viene portata a termine 15 anni dopo, nei primi mesi del 91’ e collaudata e pronta per entrare in funzione il 27 maggio, sindaco sempre Leanza. Ma essa purtroppo e qui entra in gioco più che mai la politica, non entra in funzione e non entrerà mai. Motivo? Dovevano essere espletati i concorsi per il personale docente ed ausiliario. Posti di lavoro già previsti nella pianta organica del comune e addirittura finanziati dalla regione siciliana. Su quel concorso che si doveva espletare nacquero invece forti tensioni tra le forze politiche, sta di fatto che da quel momento di quella struttura costata un miliardo di lire, si persero completamente le tracce. “Le amministrazioni che mi succedettero –afferma oggi pacatamente Sebo Leanza- non seppero purtroppo attivare il servizio e mettere quindi in funzione la struttura, utilizzando il personale interno del Comune o attingendo a quello esterno che a quell’epoca era possibile” Ma lo scandalo non finisce qui perché la struttura nel frattempo venne lasciata incustodita, preda di vandali, capaci di asportare e distruggere tutto quanto vi si trovasse all’interno. Solo dopo la devastazione, l’opera venne recintata e murata, cosi come si presenta oggi a distanza di quasi vent’anni dal collaudo. Le discussioni su questa cattedrale nel deserto non sono mai cessate. In molti, come lo stesso ex sindaco Leanza, suggeriscono ora di riconvertire la struttura in un centro diurno per anziani o affidarla a una delle tante associazioni che promuovono iniziative culturali, considerato che non c’è più l’esigenza dell’Asilo nido. “Sarebbe un’ottima idea- afferma Leanza- Basterebbe l’autorizzazione della Regione e alcuni lavori di ristrutturazione per rimettere in sesto una struttura che si trascina da trent’anni.” Ma c’è la volontà politica e la capacità di realizzarla? O piuttosto sarà destinata come sembra probabile, a rimanere scolpita nel libro dei sogni.? Rino CaltagironeL'ex Sindaco Sebo Leanza
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